Bacino Idrografico
del Fiume Ombrone

Fauna

 

VALLI DEL FARMA-MERSE

      Numerose specie di Invertebrati popolano questo comprensorio, favoriti dalla grande estensione dei boschi, dalla presenza di incolti e dal basso grado di antropizzazione del territorio. Lungo le rive del Torrente Farma e del Fiume Merse è facile osservare esemplari viventi o tracce della presenza (chele e pezzi di carapace) del granchio di fiume (Potamon fluviatile). Nel senese questo crostaceo è ancora abbastanza frequente, ma in Toscana appare in declino, in particolare negli ultimi anni, a tal punto che molti dei torrenti preappenninici e appenninici, fino a pochi anni fa popolati da questa specie, si sono completamente spopolati. I motivi di questa rarefazione paiono imputabili alla distruzione o alla perdita di qualità dell’habitat. Più raro e localizzato risulta un altro crostaceo, il gambero di fiume (Austopotamobius pallipes)Gambero di fiume; esso rappresenta una delle specie più significative del Farma-Merse, essendo sempre meno frequente in Italia e in Europa. Le ragioni del suo declino sono dovute all’inquinamento e all’alterazione dei corpi idrici, alla raccolta a scopo alimentare e all’azione di alcuni funghi parassiti, la cosiddetta “peste del gambero”, responsabile della decimazione di molte popolazioni europee a partire dal 1860, quando venne per la prima volta segnalata in Italia meridionale. Nell’area del Farma-Merse il gambero si trova soltanto nel Torrente La Gonna e in alcuni suoi affluenti. Viene fatto oggetto di bracconaggio da parte dei locali e questo fatto potrebbe rappresentare a lungo termine un serio problema per il mantenimento di popolazioni vitali in quest’area.

     Il Farma, La Gonna, i loro affluenti e ampi tratti del Fiume Merse, si caratterizzano per l’elevata qualità biologica delle acque, sebbene il Merse di recente sia stato in parte compromesso dai reflui provenienti dall’area mineraria di Campiano. Conseguentemente la fauna a macroinvertebrati acquatici risulta di notevole pregio. Tra gli Odonati, le comuni libellule, si ricordano Boyeria irene e Onychogomphus uncatus (note per non più di quattro stazioni), Oxigastra curtisi (conosciuta per lo stagno de La Troscia), Sympetrum depressiusculum (presente in poche località del Merse, del Torrente Rosia e del Farma), tutte rare in Italia e in Toscana e/o comprese nell’elenco delle entità minacciate in Europa; tra i coleotteri a costumi acquatici si citano Stenelmis consobrina (segnalato per il Farma a Solaia) e Oulimnius tuberculatus (conosciuto per il Farma), rari in Italia e in Toscana. Due interessanti specie di farfalle sono note per l’area in esame: Iolana iolas e Apatura ilia. Iolana iolas è una specie di medie dimensioni, dalle ali color azzurro che in Toscana è conosciuta in sole quattro località e la Val di Farma rappresenta quella più meridionale al momento nota. Apatura ilia è una farfalla di grosse dimensioni, rara e localizzata in Toscana e nell’Italia centrale, mentre è più frequente e meglio distribuita al nord. Nelle valli del Farma-Merse è stata rintracciata nei dintorni di Chiusdino, di Monticiano e di San Lorenzo a Merse.

    Decisamente ricca risulta la fauna ad Anfibi, grazie all’abbondanza di acqua del territorio nel quale, oltre a ruscelli e torrenti, sono ancora presenti numerose pozze e abbeveratoi, habitat di vitale importanza per la riproduzione di questi Vertebrati. Frequente in varie stazioni è la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), un anfibio endemico dell’Appennino italiano. Frequenta ambienti boscati o, più raramente, scoperti; l’ambiente di elezione è costituito da piccole vallate incassate, solcate da modesti corsi d’acqua. Comune lungo tutti i corsi d’acqua del comprensorio è la rana appenninica (Rana italica), anch’essa specie endemica della penisola italiana, mentre ben diffusi sono il tritone crestato italiano (Triturus carnifex), il tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e anuri tra i quali la raganella italiana (Hyla intermedia). Nello stagno de La Troscia presso Lama-Iesa, in pozze temporanee nei pressi di una ex cava di caolini nei dintorni di Piloni, in pozze permanenti nei dintorni di Torniella e in stagni nelle vicinanze di Chiusdino, vive il tritone alpestre (Triturus alpestris), uno degli anfibi più interessanti della fauna erpetologica della Toscana meridionale, trattandosi di una entità prevalentemente montana, rara alle basse quote.

    Numerosi sono anche i Rettili; a parte le specie più comuni e diffuse come le lucertole (Podarcis spp.), tra le meno frequenti si possono ricordare, il cervone (Elaphe quatuorlineata)Cervone, il colubro liscio (Coronella austriaca) e la biscia tassellata (Natrix tessellata), tre serpenti mai comuni e generalmente localizzati in Toscana, minacciati dalle modificazioni dell’habitat indotte dall’uomo. I primi due popolano i boschi radi, le macchie e i terreni sassosi e accidentati, mentre la biscia tessellata le zone umide (fiumi, torrenti e ambienti lacustri). 

     Il ridotto disturbo antropico e la notevole estensione dei boschi favoriscono molte specie di Uccelli e di Mammiferi, che in questo modo trovano habitat idonei alla loro sopravvivenza. Il bosco rappresenta il sito di riproduzione di rapaci come la poiana (Buteo buteo) e il biancone (Circaetus gallicus), mentre il margine dello stesso e i mosaici di boschi e aree aperte con presenza di filari di alberi e siepi, sono frequentati dal lodolaio (Falco subbuteo). Il biancone è una specie compresa nelle principali normative riguardanti la tutela degli uccelli, essendo minacciato dal bracconaggio e dalla ceduazione dei boschi di alto fusto. Anche il lodolaio è considerato minacciato in Europa per la distruzione delle formazioni arboree lineari e degli alberi d’alto fusto in zone aperte e per gli abbattimenti diretti. Sempre i boschi sono frequentati dalla tordela (Turdus viscivorus), dalla cinciarella (Parus caeruleus) e dalla meno comune cincia bigia (Parus palustris). Nei boschi più caldi a dominanza di leccio, che crescono nella Riserva Naturale “Basso Merse”, troviamo, tra gli altri, la sterpazzolina (Sylvia cantillans), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), il fiorrancino (Regulus ignicapillus) e il rigogolo (Oriolus oriolus). Lungo il corso del Merse e del Farma non è difficile osservare in volo il martin pescatore (Alcedo atthis) e, posati sui massi o sulle rive sassose, la ballerina gialla (Motacilla cinerea) e il poco comune merlo acquaiolo (Cinclus cinclus). Quest’ultimo è una specie per lo più legata ad ambienti alto collinari o montani, non molto diffuso nella nostra provincia. Nei rimboschimenti di conifere, particolarmente diffusi lungo i rilievi prospicienti il medio corso del Merse e nelle lande a brugo e erica, si trova la magnanina (Sylvia undata), un piccolo passeriforme che vive quasi sempre al coperto della vegetazione arbustiva, per cui la sua presenza è quasi sempre indicata dal caratteristico canto. Questa specie è meno frequente rispetto al secolo scorso; le cause di ciò vanno ricercate nella progressiva scomparsa dell’habitat di riproduzione determinata dalla pratica dei rimboschimenti.

     I boschi più maturi, ma anche i vecchi edifici abbandonati e le grotte presso Il Belagaio, in territorio grossetano, ma a poca distanza dal confine con la provincia di Siena, sono frequentati da chirotteri (i comuni pipistrelli) in forte diminuzione in tutta Europa, quali il ferro di cavallo minore (Rhinolophus hypposideros), il ferro di cavallo maggiore (Rinolophus ferrumequinum), il pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), il miniottero (Miniopterus schreibersii) e l’orecchione meridionale (Plecotus austriacus): per questi interessanti mammiferi il Farma-Merse costituisce in molti casi l’unica località di presenza accertata nel senese e una delle poche nelle quali sono conosciuti in Toscana. Grande rilievo assumono tre specie di carnivori, la puzzola (Mustela putorius), la martora (Martes martes) e il gatto selvatico (Felis silvestris), mammiferi da poco frequenti a decisamente rari e dalla distribuzione poco conosciuta in Italia. La puzzola frequenta preferibilmente ambienti boscati, molto spesso prossimi ad aree umide, mentre la martora e il gatto selvatico vivono in boschi estesi e maturi, in zone per nulla o poco disturbate dalle attività umane. Il gatto selvatico è senz’altro la specie più rara: della sua recente presenza in provincia di Siena esistono soltanto sporadiche segnalazioni riferibili proprio alla zona delle valli del Farma e del Merse. Cinghiale Negli ultimi anni si è con ogni probabilità estinta la lontra (Lutra lutra), ad assoluta priorità di conservazione; l’ultima segnalazione attendibile della sua presenza nell’area è databile ai primi anni ’90 del secolo scorso e si riferiva al basso corso del Fiume Merse, ma da allora non si sono avute conferme successive. Per concludere un cenno a parte merita il Cinghiale (Sus scrofa), un ungulato molto comune in tutta la zona e che tradizionalmente è fatto oggetto di caccia. Nonostante questo, la sua presenza sul territorio è divenuta sempre più massiccia, per cui sarebbe necessaria l’adozione di provvedimenti finalizzati a contenerne il numero.

 

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