Bacino Idrografico
del Fiume Ombrone

Flora-Vegetazione

 

VALLI DEL FARMA-MERSE

     Questa zona fa parte di un sistema di aree protette istituito dalla Provincia di Siena per tutelare i settori più naturali del bacino fluviale Farma-Merse (Riserve dell’Alto-Merse, Basso-Merse e Farma, Riserva La Pietra); questi due fiumi vanno a confluire nel Fiume Ombrone. Tale ampia zona varia molto dal punto di vista geologico, troviamo infatti substrati silicei (Gruppo del Verrucano), ofioliti, diaspri e calcare cavernoso, che si rispecchiano nel differente sviluppo della vegetazione. Segnaliamo alcune delle più interessanti formazioni vegetali. 


Emergenze floristiche e vegetazionali

1. I castagneti
    Il castagno (
Castanea sativa) è una specie che vive su substrati silicei, con fertilità da media a medio bassa, esposti sui versanti settentrionali o riparati in strette vallecole con gradiente di umidità elevato. È stato l’albero per secoli più importante nell’economia della Toscana meridionale, oltre che per gli svariati usi del suo legname, il castagno veniva utilizzato anche per la produzione di carbone, nonché per i suoi frutti: le castagne. I castagneti sono stati favoriti dall’uomo, che lo ha selezionato dove era già presente, o lo ha piantato nelle situazioni ambientali più favorevoli. Si distinguono due tipi di castagneto: da frutto e ceduo. I primi, chiamati anche “marroneti”, sono delle vere e proprie colture, dove il sottobosco è ben ripulito dagli arbusti e dalle erbe. I castagneti cedui sono molto simili nella composizione floristica alla cerrete. Estesi castagneti li troviamo a nord di Poggio le Ragnaie, ad est della Fattoria di Spannocchia e a Nord della Riserva del Farma. Negli ultimi decenni hanno subito una forte riduzione sia a causa di motivi economici, che fitopatologici (malattia causata dal fungo Endozia parassitica).

2. I querceti a cerro e rovere (Quercus petrea)
   Queste cenosi occupano i versanti medi inferiori delle vallate, risalendo in quota solo nelle esposizioni settentrionali; sono legate ad ambienti freschi, su terreni acidi (Verrucano), molto simili a quelli dei castagneti, ma meno fertili. Nel piano dominante con
Q. cerris (cerro) sono presenti Q. petrea (la rovere, diffusa nell’Europa centro settentrionale, e in Italia ha il suo limite meridionale di distribuzione), ampiamente diffusa, ma spesso tagliata in favore di entità a più rapida crescita, e Castanea sativa. A queste si accompagnano in forma sporadica Populus tremula, Quercus ilex, Fagus sylvatica. Nel piano intermedio sono presenti con elevato grado di copertura Sorbus torminalis, Fraxinus ornus, in forma sporadica Ilex aquifolium (l’agrifoglio, specie subatlantica relitta del Terziario, ormai rara allo stato spontaneo, perché intensamente raccolta). Tra le specie erbacee dominano alcune acidofile nemorali: Physospermum cornubiense (entità submediterranea-subatlantica, rara e al limite meridionale dell’areale), Poa nemoralis, Teucrium scorodonia (specie subatlantica al limite sud-orientale della sua distribuzione in Italia), Solidago virgaurea e tra le specie mesofile è abbondante Anemone nemorosa

3. I boschi igriofili ripari
    Lungo i corsi idrici minori (Rosia, Gonna, Fosso Ricausa, Ornate, Lanzo e Crevolone) si rinviene il saliceto arbustivo con pioppi. Tra i salici sono prevalenti:
Salix purpurea, S. alba, S. eleagnos, con soggetti di Alnus glutinosa (Ontano nero); tra le specie erbacee troviamo Aegopodium podagaria, Petasites hybrydus, Ranunculus lanuginosus, Eupatorium cannabinum.

    Lungo i corsi principali (Torrente Farma, Fiume Merse), la cenosi sopradescritta occupa la porzione più prossima all'acqua, su materiale grossolano e normalmente sommerso durante i periodi di piena. Nella porzione più arretrata, si rinvengono invece formazioni con strato arboreo dominato da Alnus glutinosa, a cui si accompagnano Fraxinus angustifolia ssp. oxycarpa (Frassino meridionale, specie SE Europea, in passato molto diffusa nelle pianure alluvionali e lungo i corsi d’acqua e oggi in via di scomparsa in molte regioni italiane), Carpinus betulus, Populus tremula, Quercus cerris, Acer campestre; tra le specie arbustive dominano nocciolo (Corylus avellana), Rubus caesius, Cornus mas, Euonymus europaeus. Interessante è, inoltre, la presenza di piccoli lembi di boschi di Farnia (Quercus robur), una quercia non molto comune e simile alla roverella, ma la foglia è priva del picciolo fogliare e caratteristica di terreni freschi e fertili, presente nei pressi di Casa Ferriera e Podere Campalfi. 

4. Le lande a brugo o brughiere (Calluna vulgaris)
   Vengono chiamati così gli arbusteti su substrati silicei, dove le specie principali sono
Calluna vulgaris, chiamata volgarmente “brugo” (specie Nord europea, che in provincia di Siena trova il suo limite meridionale di distribuzione), Erica scoparia, Cytisus scoparius, Genista pilosa (anche questa specie trova in provincia di Siena il suo limite meridionale di distribuzione), Tuberaria lignosa (specie mediterranea occidentale, rara e prossima in provincia di Siena al limite settentrionale del suo areale); sempre abbondanti sono anche Arbutus unedo, Phillyrea latifolia e Erica arborea.

    Queste cenosi sono distribuite su terreni poco evoluti, originatisi su rocce silicee del Verrucano, costituendo la vegetazione delle cesse parafuoco e dei terreni percorsi più o meno recentemente dal fuoco. In varie zone queste formazioni sono state rimboschite a pino marittimo (Pinus pinaster), come nell’area di Monticiano.

5. Lo sperone roccioso di La Pietra
    Nella rupe della Pietra (
Riserva Naturale La Pietra), costituita da diaspri e caratterizzata da una elevata xericità edafica, si rinviene la vegetazione mediterranea sempreverde, costituita prevalentemente da Phyllirea latifolia, Arbutus unedo, Pistacia lentiscus, Asparagus acutifolius e anche Coronilla emerus ssp. emeroides. Inoltre, si rinvengono interessanti formazioni rupicole dove le specie prevalenti sono: Sedum telephium ssp. maximum, Umbilicus rupestris, Scleranthus annuus, Sideritis romana, Vincetoxicum hirundinaria e Scrophularia canina. Sui fianchi dello sperone, nelle fratture umide e ombreggiate si sviluppano molte felci. 

    Nelle difficili condizioni ambientale dello sperone roccioso trovano le condizioni favorevoli per la crescita di alcune interessanti emergenze floristiche: Lupinus graecus: pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Leguminose, con distribuzione Est-Mediterranea (Grecia, Albania, Jugoslavia meridionale e Italia peninsulare). È nota per la flora italiana solo dal 1989 ed è stata rinvenuta nel Lazio, in Calabria e Toscana. La stazione localizzata presso La Pietra, di recente scoperta, è la più settentrionale del suo areale di distribuzione. L. graecus predilige gli incolti aridi, garighe, margini boschivi e nella riserva de La Pietra costituisce una popolazione di alcune decine di individui; Asplenium septentrionale: piccola felce, rara nell’area mediterranea e a distribuzione circumboreale, che rappresenta una specie tassonomicamente isolata e comprensiva di due sottospecie: subsp. caucasicum (del Caucaso occidentale, Turchia nord-orientale e Pakistan) e subsp. septentrionale (delle rimanenti regioni boreali). Si tratta di una specie silicicola diffusa su rupi e muri; nella riserva la si rinviene sulle rupi ombreggiate della Pietra; è presente nell’Italia settentrionale e scende fino all’Appennino Tosco-Romagnolo; la si ritrova, inoltre, in Basilicata, Sardegna e Sicilia.

 


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