Bacino Idrografico del Tevere
Sottobacino del Torrente Paglia

Fauna

 

FAUNA DELLA VAL DI PAGLIA

    La fauna della Val di Paglia possiede elementi in comune con quella del Monte Amiata e con quella delle Crete della Val d'Orcia. Questo fatto non deve stupire dal momento che il Torrente Paglia nasce dalle pendici sud-occidentali del Monte Amiata e che il territorio che attraversa è in buona parte caratterizzato da estesi affioramenti di argille plioceniche.

    Le acque del Torrente Paglia, e dei suoi affluenti: Torrente Senna e Torrente Siele, ospitano molti Invertebrati e Vertebrati, anche se il Paglia mostra alcuni effetti dell'inquinamento, attraversando a pochi chilometri dalle sorgenti un'area nella quale sono presenti numerosi insediamenti industriali. 

     Unio mancus, comunemente chiamata cozza d'acqua dolce, è un bivalve di grosse dimensioni, che vive infossato nei sedimenti sabbiosi e argillosi dei fiumi; nel Paglia è decisamente frequente, sebbene nel senese appaia generalmente localizzato. 

     Tre specie di crostacei sono conosciuti per l'area: il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), il gamberetto tirrenico (Atyaephyra desmaresti) e il granchio di fiume (Potamon fluviatile). Il primo, specie non comune in Italia e in generalizzata rarefazione, risulta estremamente localizzato, essendo limitato ai rami sorgentizi del Torrente Senna; il secondo, pur essendo ampiamente distribuito, in Toscana è conosciuto con sicurezza solo per il Torrente Paglia; il terzo non è raro in tutti i corsi d'acqua della zona, in particolare nei tratti ricchi di ciottoli e sabbia.

    Trota fario (Salmo trutta) (ripopolata per fini di pesca sportiva), rovella (Rutilus rubilio), barbo tiberino (Barbus tiberinus), cavedano (Leuciscus cephalus) e ghiozzo di ruscello (Padogobius nigricans) sono i pesci più frequenti che popolano le acque dei corsi d'acqua del bacino. Nel Torrente Paglia si trova anche il cobite (Cobitis taenia), un curioso pesce dal corpo cilindrico e allungato, con bocca fornita di barbigli, il cui indigenato in Toscana è ancora dubbio. 

   Il rospo comune (Bufo bufo), la Raganella italiana (Hyla intermedia) e le rane verdi (Rana klepton hispanica e Rana bergeri) sono gli anfibi più comuni. La raganella italiana frequenta la vegetazione riparia a salici e pioppi, che vegeta lungo le rive del Torrente Paglia; mentre, le rane verdi popolano le pozze laterali al corso d'acqua e i tratti dello stesso a corrente meno rapida. 

     Nell'alto corso del Torrente Senna e del Torrente Paglia si trova la rana appenninica (Rana italica), anfibio particolarmente legato ai corsi d'acqua di zone collinari e di media quota. In prossimità dei corsi d'acqua non è difficile osservare la biscia dal collare (Natrix natrix), un serpente molto comune in tutta Italia. La garzetta (Egretta garzetta) e limicoli come il corriere piccolo (Charadrius dubius) frequentano le rive del Paglia. La garzetta è attirata dalla presenza di pesci e anfibi, dei quali si nutre, mentre il corriere piccolo è presente come estivo e nidificante. Si tratta di un piccolo uccello dal piumaggio bianco e marrone giallastro, che nidifica deponendo le uova nei greti fluviali senza costruire un nido vero e proprio; in Toscana non è molto comune e sempre abbastanza localizzato. 

   Dove la vegetazione riparia è più densa nidifica il pendolino (Remiz pendulinus), che ha la caratteristica di costruire nidi a forma di fiasco con fili d'erba, pappi di pioppi e piume, che appende ai rami degli alberi. Questi nidi sono molto voluminosi rispetto alle dimensioni dell'uccello e possiedono un'apertura laterale. 

    La nutria (Myocastor coypus) è il solo mammifero acquatico presente con sicurezza nel bacino in esame; è una specie originaria del Sud America, introdotta in Italia come animale da pelliccia; attualmente è presente in ambienti umidi di qualunque tipo, tanto naturali che artificiali. In assenza di predatori che ne limitino la diffusione, la nutria, che si nutre a spese di un'ampia gamma di vegetali, anche coltivati, può causare danni alla vegetazione degli argini fluviali e alle colture. 

    Gli incolti, i pascoli e i coltivi danno rifugio a molti Invertebrati e Vertebrati. Nelle calde giornate primaverili ed estive si possono osservare in volo dei grossi insetti, che nell'aspetto ricordano le comuni libellule: sono i neurotteri Libelloides italicus, abili predatori di insetti.Libelloides italicus  - clicca per ingrandire La superficie del suolo rappresenta l'habitat di Cicindela campestris, coleottero predatore con lunghe antenne e occhi molto sviluppati, che cattura le prede individuandole a vista. La luscengola (Chalcides cahlcides), la lucertola campestre (Podarcis sicula) e il biacco (Hierophys viridiflavus) sono i rettili più frequenti. 

     Tra gli uccelli degna di nota è la presenza dell'occhione (Burhinus oedicnemus), entità a rischio a livello continentale, del calandro (Anthus campestris), anch'esso specie minacciata e dell'ancor più raro ortolano (Emberiza hortulana), specie in drammatico declino in tutto il suo areale di distribuzione. Interessante è anche la presenza del succiacapre (Caprimulgus europaeus), peculiare uccello dalle abitudini notturne, che trascorre il giorno immobile al suolo confidando nel piumaggio altamente mimetico. 

    Da qualche anno in alcune aziende faunistico-venatorie della Val di Paglia è in corso un progetto per la reintroduzione della starna (Perdix perdix), galliforme, un tempo presente nella zona, ma in seguito estinta, che sembra dare i primi risultati positivi. 

    I Mammiferi, allo stato attuale delle conoscenze, non presentano specie di particolare interesse: non rara è la lepre (Lepus europaeus), ripopolata per fini venatori; presente è la volpe (Vulpes vulpes) e, tra gli ungulati, l'onnipresente cinghiale (Sus scrofa). 

    I boschi che crescono nell'alto corso del Paglia e quelli che ammantano le pendici della valle solcata dal Senna e dal Siele, ospitano una fauna diversa. Una specie di Invertebrati degna di menzione è Colosoma sycophanta, coleottero dai colori verdi o blu metallici, non frequente in Toscana; ha la peculiarità di nutrirsi di bruchi delle processionarie, del pino e della quercia, per cui presenta delle vere e proprie esplosioni demografiche quando i bruchi sono particolarmente numerosi. Comune al limitare dei boschi è la lucertola muraiola (Podarcis muralis) e il saettone (Elaphe longissima), mentre meno frequente di quanto creduto è la vipera (Vipera aspis). 

    Gli Uccelli sono rappresentati da numerosissime specie; tra essi si segnalano solo quelle più caratteristiche, come il picchio rosso maggiore (Picoides major), il picchio muratore (Sitta europaea), la cinciarella (Parus coeruleus), la tordela (Turdus viscivorus), il fringuello (Fringilla coelebs) e il ciuffolotto (Phyrrhula phyrrhula). 

   Sicuramente presenti sono i Mammiferi arboricoli scoiattolo (Sciurus vulgaris) e moscardino (Muscardinus avellanarius), quest'ultimo ritenuto in diminuzione in Europa ed entità banali, ampiamente diffuse, come il topo selvatico (Apodemus sylvaticus) tra i roditori, e la faina (Martes foina) tra i carnivori.

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